Roberto Berrugi

nasce e vive a Cecina. Da subito, iniziando a sviluppare il mestiere che lo ha reso noto su tutto il territorio, impara a dialogare con la materia, che scalda, dilata, raffredda, modella. Il ferro, l’alluminio e la lamiera divengono parte integrante della sua vita in cui ogni giorno ama rimanere a stretto contatto con la manualità. Berrugi, dopo il periodo di apprendistato, decide di mettersi in proprio e fonda la sua prima carrozzeria, realtà che, seppur importante, gli va stretta; decide allora di riunire parte dei suoi concorrenti e fonda una società, la carrozzeria Europa. Questa diventerà ben presto parte integrante della storia cecinese, divenendo un vero e proprio punto di riferimento per tutte le automobili del paese e del territorio. Berrugi non si ferma, e grazie alle sue capacità e al suo pensiero imprenditoriale, si inventa la Centrauto, 3600 metri quadrati di carrozzeria per veicoli industriali. E’ un’azienda all’avanguardia, che vanta attrezzature acquistate nel 1973 in America selezionate dallo stesso Berrugi e per questo già esclusiva nel suo genere. Sarà un poderoso successo, che terminerà con il tempo quando dall’azienda uscirà proprio il suo ideatore. Dovrà però misurarsi ancora con essa, quando verrà richiamato per tentare di ripristinarne importanza e valore.

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Il ritorno di Berrugi farà fare di nuovo un salto di qualità, e per lui sarà nuovamente un successo, consolidando la sua rivincita e potendo così definire attualmente l’azienda stessa come "La mia più grande Opera d’Arte".

L’idea di poter donare nuovamente vita a un qualcosa di abbandonato si sviluppa rapidamente; il fuori uso, il logorato dal tempo e il dimenticato, vengono presto metabolizzati da Berrugi, che fonde il tutto smuovendo la materia con slancio e fantasia, grazie ad esperienza e profonda conoscenza dei mezzi e dei materiali metallici. Berrugi cerca, individua, trasforma, modella, armonizza pezzi meccanici e similari tra loro, donando un corpo nuovo a qualcosa che non ne ha più, riportando in vita materiali desueti e ormai inutilizzabili. E’ il modo in cui muove la materia che lo ispira, ma è soprattutto nel deterioramento della medesima e nelle potenzialità del suo sviluppo nello spazio che cerca e trova i nuovi significati delle sue creazioni. In base ad intensità ed estensione dello spazio, curva e rigenera, donando nuove linee e forme ad oggetti che lascia nudi e puri, oppure inserendoli in contesti complessi come parte integrante di una nuova creazione.

“La materia risponde sempre in maniera diversa a seconda di come la tocchi e con che intensità. Il suono che produce il martello è sempre lo stesso, è l’istinto che ogni volta ti fa capire come muoverti”.

Questo il corpus del pensiero creativo di Berrugi.

A chi gli domanda quando ha cominciato a realizzare opere d’arte, risponde che quelle aziende volute, innovative e sofferte, ne facevano già parte.

Roberto Berrugi ha installato un’opera dedicata all’Omino di ferro – simbolo della città di Cecina - sulla rotatoria di piazza XX settembre a Cecina per volere dell’Amministrazione Comunale.

Ha esordito con la sua prima personale ufficiale – In Fieri – ad aprile 2018 presso le sale espositive del Centro Formazione Arti Visive.

Ha esposto in autunno 2019 gran parte dei suoi lavori in una grande mostra chiamata L’anima del metallo presso i locali storici di Palazzo Orlando a Livorno.

Una successiva personale chiamata Fe26 presso la sala espositiva Carlo Azeglio Ciampi di Palazzo Pegaso, a Firenze, sede della Regione Toscana.

Nel 2020 ha infine esposto le sue opere in una personale chiamata Iterum presso la Sala delle Logge del Comune di Pisa.

Molte delle sue opere hanno ispirato copertine di romanzi, sono state esposte presso svariate attività di livello e fanno parte di collezioni private, pubbliche e di istituti bancari.

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